Il bambino di Casteddu, che dalla finestra della sua stanza, ogni mattina controllava che il mare ci fosse ancora, pronto, per accogliere i suoi sogni, il giorno che avesse deciso di navigare… Il bambino di Casteddu poggia le mani sulle spalle di Nobile, pesanti come le parole che pronuncia.
- Ricordati Nobile, si chiama Colaussi. Che gol a quei brutti ungheresi. Non fa niente se non gli prendi la maglia ma il cognome, non ti sbagliare quando lo dici. Di maglie ce ne sono tante, di Colaussi no. E di Salvatore Romano c’ero solo io.-
- Perché parli così?-
Grazie Nobile – continua il piccolo ebreo, senza ascoltare l’amico, con la testa ormai chissà dove - sei stato un bravo amico. Se ti dovesse capitare di parlare con i miei genitori, digli che il pallone è tuo, mi farebbe piacere che lo avessi tu. – Sorride Tore – Sarai l’unico della Marina ad avere un pallone vero.
Cagliari 1943... "le abitazioni di Castello, Stampace, Marina, Villanova: giù come castelli di sabbia, senza distinzione fra le dimore dei ricchi e le altre dei poveri. Per il calendario era il tempo della mietitura e anche in città si cadeva, come grano nei campi". tratto da "Karalis - la trilogia di Cagliari" di Giorgio Binnella - Amicolibro 2014
incipit
Il 28 giugno 1928, un giovedì, Maria Verrisi dà alla luce il suo primo e unico figlio, fra quattro pareti umide all’ombra di Sant’Eulalia, dove, undici anni prima, aveva sognato un romantico futuro insieme al suo defunto marito.
giovedì 26 gennaio 2012
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