Le donne sarde, madri e mogli, fiere del nero segno del coraggio che esprimevano le loro vesti, camminavano a testa alta nelle vie, come a dire: “Guardatemi, io ho pagato anche per voi il conto che ci presentava la Patria”.
Nell’intimo delle loro stanze silenziose, però, a denti stretti, soffocando le lacrime, chiedevano a Dio perché non avesse lasciato i loro uomini al campo, o a spingere un carretto, com’era stato scritto e così doveva rimanere.
Così, negli anni peggiori del secolo, per odio o malattia, ovunque si camminasse, vesti scure attraversavano lo sguardo.
Tratto dal romanzo.
Cagliari 1943... "le abitazioni di Castello, Stampace, Marina, Villanova: giù come castelli di sabbia, senza distinzione fra le dimore dei ricchi e le altre dei poveri. Per il calendario era il tempo della mietitura e anche in città si cadeva, come grano nei campi". tratto da "Karalis - la trilogia di Cagliari" di Giorgio Binnella - Amicolibro 2014
incipit
Il 28 giugno 1928, un giovedì, Maria Verrisi dà alla luce il suo primo e unico figlio, fra quattro pareti umide all’ombra di Sant’Eulalia, dove, undici anni prima, aveva sognato un romantico futuro insieme al suo defunto marito.
martedì 4 ottobre 2011
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